Una storia di Gusto
La domenica faceva le orecchiette Nonna Maria, tutti gli altri giorni invece impastava i taralli.
Li cuoceva nel forno a legna, tutta un’altra cosa: i taralli riuscivano profumati e friabili.
Era il 1955, gli anni del boom economico: nell’aria si mescolavano due profumi, quello della fiducia nel futuro e quello dell’attaccamento alla tradizione.
Ogni mattina, all’alba, i nonni cominciavano a lavorare insieme nel loro panificio proprio nel centro di Andria.
La cittadina intorno a loro dormiva ancora.
Nonno Antonio faceva il pane, la Nonna Maria faceva i taralli.
Aldo, il maggiore dei loro figli, tornato da militare, iniziò presto a dar loro una mano.
Appena ebbe l’età per camminare, suo figlio Antonio (proprio come il nonno) sgattaiolava volentieri nel panificio:
“Nonna, cosa sono i taralli?” chiedeva il nipotino mentre se ne infilava furtivamente in bocca un altro ancora caldo.
“Due chicchi di grano che si sono abbracciati “
“Una cosa per palati fini”, le faceva eco suo padre Aldo, ridendo.